
La ricostruzione dell'Aquila
Eppur si muove: sebbene tutto sembra procedere a rilento la costruzione aquilana sta progredendo e man mano i cittadini cercheranno di riappropriarsi della propria città
Ancora manca la vita vera, però molto è stato fatto, pur se molto rimane da fare: la "resurrezione” dal terremoto del 2009 dell’Aquila non è per niente terminata. Tornano candidi, e bellissimi, palazzi e chiese ma le scuole non sono ricostruite e nel centro manca la vita vera. E senza scuole del centro, non ritorna quella vita che si portano dietro, cogli schiamazzi tipici. I ragazzi aquilani sono ancora confinati in moduli speciali, fatti apposta per l’emergenza, ma sono sempre aule con lamiere intorno.
Tutto procede; faticosamente, ma procede. Quello che manca è pure la vera ricostruzione "immateriale”, il riappropriarsi della città come era stato per secoli. Si vede al momento molta sconnessione ma soprattutto pochissima popolazione, con tutto quello che ne consegue. Un po' di movimento, la movida, come la chiamerebbero altri, è limitata al sabato sera, quando gli operai lasciano il centro della città, quando fermano i martelli pneumatici, portandosi via anche quel poco di vita che c’è.
Gli ottanta negozi che hanno riaperto sono solo una piccola parte
della struttura commerciale di prima del sisma ma la speranza che una volta la
parola fine alla ricostruzione sarà davvero messa: per adesso si accontentano
di vedere costruire parcheggi e rientrare qualche ufficio pubblico. Comunque
non a caso la programmazione a l’Aquila della seconda tappa della Giornata
Nazionale, organizzata dall'Ufficio Nazionale per i beni culturali
ecclesiastici e l'edilizia di culto: "Manutenzione e Prevenzione. La
tutela delle persone" sarà il tema di questo secondo appuntamento,
articolato in due giornate il 19 e 20 settembre 2019.